Progetto Genitorialità in carcere, un idea dell’Associazione Fi.Li.

Volontariato Carcere Brescia
Progetto Genitorialità in carcere, un idea dell’Associazione Fi.Li.
Non è una decisione popolare quella di includere i detenuti tra le categorie prioritarie rispetto alla vaccinazione anti Covid-19. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, che nei giorni scorsi ha annunciato che subito dopo coloro che hanno più di 80 anni sarà il turno di chi in carcere è recluso e di chi vi lavora, non ha certo puntato su un’affermazione volta a raccoglierei consensi.
È tuttavia una scelta di ragionevolezza e buon senso, oltre che una risposta con una precisa valenza etica. Una scelta sollecitata da più parti nelle scorse settimane, primi tra tutti dalla senatrice Liliana Segre e dal Garante Nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma. Nel Lazio, il Consiglio Regionale si è espresso favorevolmente, grazie al lavoro del Garante regionale Stefano Anastasia.
Talvolta accade che, in seguito a una condanna, in condizioni particolarmente difficili i Servizi Sociali decidano di sottrarre i figli minori ai genitori per affidarli a famiglie idonee. E’ questo il caso di Sahou, un giovane padre marocchino con una storia famigliare molto triste, Sohu non ha mai accettato di perdere il proprio figlio e mandava lettere molto intense e commoventi, incaricava i volontari di comprare per lui regali, non sempre gli assistenti sociali che ne dovevano salvaguardare la serenità decidevano di consegnarli, ciò nonostante Sakou non ha mai smesso di scrivere, sperare e pregare.
“Genitorialità in Carcere” è un progetto dell’Associazione Fiducia e Libertà il cui intento è quello di evitare uno strappo definitivo dalle affettività provocato dalla detenzione e dalle limitazioni personali che ne comporta. Mogli, Compagne e figli vittime secondarie di un sistema che giustizialista.